Lettera degli studenti e della comunità scolastica dell’IIS Alberti 
in occasione della cerimonia di posizionamento della “panchina rossa” 10.03.2023


A nome di tutti gli studenti e della comunità dell’Istituto Alberti, ci teniamo a ringraziare per il dono di questa panchina il Presidente della CRI del Comitato Terme Euganee e il Sindaco insieme all’Amministrazione comunale di Abano Terme.
Crediamo che la scelta di collocare una panchina rossa all’ingresso di una scuola, della nostra scuola, abbia diverse implicazioni. In particolare vuol dire che i nostri amministratori riconoscono a questo luogo un valore educativo e così anche che noi non siamo un corpo estraneo nel Comune di Abano Terme, ma siamo parte del territorio ed è sempre bello quando le istituzioni sono in grado di dialogare e stabilire relazioni positive basate sul rispetto, sull’attenzione, sul dono.
Nella nostra scuola studiano più di 800 studenti, ciò significa che ogni giorno attraversano queste porte poco meno di mille persone, tra ragazzi, docenti, personale ATA e la panchina starà qui, negli anni a venire, a ricordarci un fenomeno molto grave e purtroppo frequente, come la violenza sulle donne.
Speriamo che questo simbolo possa aiutare noi (e i ragazzi che verranno dopo di noi) a ricordare di non sottovalutare la situazione e a cercare di capire che la violenza contro le donne è un fenomeno trasversale per reddito, per livello culturale, per età del maltrattante e per età della donna.
Le leggi dello stato che tutelano le donne sono fondamentali, ma noi crediamo che la vera sfida sia in primo luogo di educazione culturale ed ecco perché riteniamo particolarmente azzeccata la scelta di collocare proprio qui questa panchina.
Ogni giorno noi studenti e i nostri docenti siamo impegnati ad apprendere nuovi contenuti che spaziano dalla letteratura, all’economia, alle lingue, alle scienze …contenuti che nel tempo con pazienza e fatica, diventano “sapere” ovvero qualcosa che ci permette di conoscere e capire qualcosa di più di noi stessi, del compagno di banco, della società in cui viviamo, della nostra
storia. Attraverso questi saperi impariamo a riconoscere il nostro valore e il valore delle persone che stanno intorno a noi, impariamo che i diritti e doveri sono diritti e doveri, stop. Invece constatiamo ancora oggi che a volte i diritti delle donne sono un po’ meno diritti, rispetto a quelli di un uomo, che il lavoro di un uomo è un po’ più lavoro rispetto a quello di una donna… e questo non è giusto.
A scuola impariamo a vivere insieme, studiare, lavorare, ragazzi e ragazze, persone di diversa provenienza, famiglie diverse, religioni diverse. A scuola impariamo che convivere nella stessa classe a volte è faticoso, ma i conflitti si affrontano, a volte da soli a volte ci vuole aiuto. Il conflitto ci mette di fronte alle nostre debolezze, ai nostri e altrui spigoli che impariamo a smussare col tempo, e con fatica impariamo a fare spazio nella nostra testa, a riconoscere i pregiudizi e dare loro un nome, impariamo a riconoscere le nostre emozioni e dare un nome anche a loro, impariamo che le persone hanno un valore non solo se sono amiche, ma anche se non lo sono e non importa se sei efficiente o meno, se sei maschio o femmina, se sei nato qui o altrove perchè
prima di tutto siamo persone. E questo basta. 
Noi speriamo che nessuna delle nostre compagne sia mai oggetto di violenza, di nessun tipo: fisica, psicologica, sessuale, economica. Speriamo che nessuna debba ricorrere al numero 1522.
Se qualcuna delle nostre compagne di classe fosse in difficoltà deve sapere che non è sola e che non è lei ad essere sbagliata.
Per fortuna da qualche anno esistono anche le panchine rosse a ricordarci che la violenza non trova mai giustificazione, anche se nel 2023 non dovrebbe essere necessario un simbolo a ricordarci di questi abusi che causano traumi alla vittima e a chi le sta vicino.
Da parte nostra continueremo a fare quello che fanno tutti gli studenti ovvero studiare e cercheremo di seminare comprensione, voglia di stare insieme, tolleranza, rispetto, speranza per il futuro …probabilmente i tempi di raccolta saranno lunghi, ma noi siamo giovani… e più tenaci di quello che si dice in giro.


   Gli studenti e la comunità scolastica dell’IIS Alberti